Sarà ristampato il “Diario di uno sfollato anziate”, l’opera di Padre Leone Turco – detto anche “Presidente” per il ruolo che aveva al porto - della quale si è parlato oggi, 22 febbraio, a Villa Sarsina. L’iniziativa rientrava nell’ambito delle iniziative per l’81° anniversario dello sbarco alleato.
Ad annunciarlo in una sala gremita è stato il sindaco, Aurelio Lo Fazio: “C’è una storia vissuta, quella dei nostri padri e nonni, che rischia di scomparire dalla memoria della città – ha detto – per questo abbiamo voluto inserire un appuntamento del genere nelle manifestazioni per lo sbarco e per lo stesso motivo faremo ristampare il diario. Lo sbarco significò per Anzio lo sfollamento dei cittadini, prima nelle campagne circostanti e poi fino in Calabria. Memorie che padre Leone Turco ha messo nero su bianco e delle quali dobbiamo far tesoro perché anche le nuove generazioni possano comprendere cosa accadde per la popolazione 81 anni fa, il libro sarà a disposizione nelle scuole”.
All’incontro hanno preso parte Padre Francesco Trani, per anni parroco a “Santi Pio e Antonio”, che ha voluto ricordare alcuni aneddoti, la vita e lo spessore di Padre Leone Turco e degli altri sacerdoti che insieme a lui erano ad Anzio e seguirono ovunque gli sfollati. “Sono passati 81 anni dallo sbarco e dal successivo sfollamento – ha detto il sacerdote – è doveroso tenere viva la memoria di quella tragedia come è doveroso ricordare padre Leone, parroco-presidente e i frati che vissero con il popolo le privazioni, gli stenti e le paure”.
Passi del “Diario”, invece, sono stati declamati da Pietro Rebora, attore di Anzio che ha concluso il suo intervento con le parole che chiudono il diario: “Importante è essere tornati qui, tra la nostra gente, nella nostra città”.
Ai due relatori sono state consegnate le targhe con la gratitudine di Anzio.